Xerotonina n. 4 | Primo evento live | Oltre ogni limite | Rughe e acidi | Una 💣al soffitto di cristallo | Decalogo del me ne frego | Gen Z in pensione prima con l'AI | Disagiate eppur vive
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
Premessa
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Per maggiori info scrivetemi a luisannab@xerotonina.com
Il primo evento live di Xerotonina
Data, fine novembre. Location segreta. Menù: tante sorprese per tornare a casa con meno spleen e più serotonina. Condizioni per l’accesso: ognuna di voi deve contribuire a far crescere la comunità con almeno 5 sottoscrizioni alla newsletter.
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Coaching | Facciamo saltare 💣il soffitto di cristallo
🔗 Link: Revolting Women – A Podcast Conversation w/ Dr Lucy Ryan-LinkedIn (in inglese)
Pronte alla rivoluzione? Lo siamo. Lucy Ryan, consulente, autrice e sostenitrice dello sviluppo professionale dell’universo femminile, ha indagato il fenomeno delle manager di mezza età di talento che, all’apice della loro carriera o quando sono vicine a raggiungerlo, lasciano la scrivania vuota. Il suo ultimo libro è proprio dedicato a questo tema: “Revolting Women: Why midlife women are walking out and what to do about it”. Nel saggio si evince che le donne abbandonano per molti motivi: la più importante è la difficoltà di penetrare il famoso soffitto di cristallo. Più ci si avvicina all’apice del potere maschile, nei cda e nei comitati esecutivi, più questo diventa impenetrabile. Ancora una volta il problema è l’arrocco maschile di gruppo e l’abbandono silenzioso e solitario delle professioniste che avviene intorno a 50 anni. Subentra l’effetto “sono vecchia, non ce la posso fare”. Succede però che quella carica venga occupata da un maschio molto più senior. Un altro problema sono i curriculum non lineari. Spesso presentano dei buchi temporali per problemi personali o familiari: divorzio, lutti, assistenza di figli o genitori anziani. Poi c’è la menopausa: secondo uno studio americano il 60% delle donne ha limitato le proprie ambizioni di carriera a causa dei sintomi delle menopausa rinunciando a promozioni, andando in pensione e dimettendosi prima del previsto. E infine subentra, la vera rivoluzione, il grande FUCK OFF! Il pensiero di molte è ho energia, cervello, ambizione e non ho intenzione di lavorare sei giorni alla settimana per un sistema sbagliato, ci sono modi migliori per vivere. Questo però costituisce, per l’autrice, una perdita importante per le aziende: “Come potremo mai raggiungere la parità di genere in un’organizzazione se tutte queste donne si tirano fuori? Come colmeremo il gap di risorse che è dietro l’angolo?”. Entro il 2030 infatti, ci sarà un deficit di competenze di 2,5 milioni di persone nella forza lavoro anche a causa dell’invecchiamento della popolazione. Cari maschi ai vertici, prima o poi questa bella rogna vi renderà insonni (come minimo).
Ventenni | Gen Z: in pensione a 61 anni con l’Ai e il doppio lavoro
🔗 Link: Gen Z plans to retire earlier than anyone else — and they'll let AI help them get there- Business Insider (in inglese)
Numerose statistiche mettono in evidenza come la generazione Z - cioè i nati dal 1995 al 2010 - più di qualsiasi altra, sia disposta a lavorare, anzi a svolgere diverse attività, i cosiddetti side hustle (lavoretti del week end). Il 40% ha oltre all’impiego principale un’occupazione extra, rispetto al 36% dei millennials, il 30% della Gen X, e il 21% dei Baby Boomers. Sarà anche per questo approccio improntato all’efficienza che secondo questa ricerca (qui il pdf ) i gen Z contano di andare in pensione prima di noi, a 61 anni. L’indagine di Schwab ha inoltre rilevato che gran parte di questi giovani sta già pensando a piani pensionistici e risparmio. Tra le fonti utilizzate per raggiungere l’obiettivo ci sono familiari, amici, datori di lavoro e intelligenza artificiale. Il 75% degli intervistati afferma che si sente a proprio agio nel chiedere aiuto a Chat GPT per la pianificazione finanziaria, rispetto al 25% dei boomers. Cosa aspettiamo a smanettare?
XX vs XY | Solo il 2% degli investimenti dei VC vanno a imprese femminili. Kallarðu þetta jafnrétti?
🔗 Link: Women receive just 1.9% of VC funding. Here’s why and what founders can do -Fastcompany.com (in inglese)
Nel mondo dei venture capitalist, le imprese di proprietà femminile ricevono solo l'1,9% dei finanziamenti disponibili. Tra le colpe c’è sicuramente quella della cultura tech-bro dominante nella Silicon Valley, dove è nata anche l’industria dei venture. Visto che la tecnologia è tradizionalmente nelle mani degli uomini, gli investitori sono prevalentemente maschi e lo stesso vale per gli imprenditori. Ma se le donne prendono la maggior parte delle decisioni di acquisto, perché sono messe alla porta nelle aziende? Il problema è globale e si deve anche scendere in piazza per risolverlo. Come hanno fatto le islandesi il 24 ottobre -che vivono in un paese che da 14 anni è in testa alla la classifica del “gender pay gap” mentre l’Italia è al 75esimo posto- al grido di “Kallarðu þetta jafnrétti?” (questa la chiamate uguaglianza?). La violenza di genere, anche sul piano economico e salariale, va eliminata. Pensiamoci, alleiamoci, facciamo casino. Subito.
Non c’è male | Rughe e acidi sotto l’albero
🔗 Link: Stress e rughe: le ragioni del declino fisico- Alessandra Graziottin
Le rughe avanzano perché sono testimoni dello stress sistemico che affrontiamo con l’invecchiamento: il cortisolo è infatti l’unico ormone che aumenta con l’età, mentre tutti gli altri si riducono. Più è elevato nel sangue, più siamo infiammati e malati, più i tessuti connettivi e della pelle perdono compattezza ed elasticità. Se a questo si aggiunge che noi donne affrontiamo una sistematica perdita di collagene dopo la menopausa - 30% circa nei primi 5 anni mentre nell’uomo si attesta sull’1% per ogni anno di vita- il risultato è che siamo fottute. Abolirlo non si può, ridurlo possibile, con stili di vita più sani. Altro alleato prezioso, suggerisce la prof. Graziottin, è l’acido ialuronico, a diverso peso molecolare, che può aiutare la struttura della pelle, riducendo in parte i danni da stress e carenza ormonale. Detto questo se qualcuna già pensa al Natale, guardate queste meraviglie del marketing. Il calendario dell’Avvento con tutti gli acidi legali possibili. Per non fare anche quest’anno, la figura della pallina dell’albero un po’ conciata, che teniamo perché ci fa tenerezza.


Fastidio | Dire no, senza essere stronze
🔗Link: 10 Tips for Saying an Effective "No" - No fucks given- Substack
Sara Knight è una 40enne di New York autrice di bestseller, dopo una gavetta in una casa editrice durata 15 anni. Anni supportati da molto Zoloft, altrettante sedute dalla psico, yoga e meditazione. Ora vive tra Brooklyn e la Repubblica Domenicana scrivendo manualetti self-help che s’intitolano: Col cazzo!, Sta cazzo di ansia!, Me ne frego del giudizio degli altri, Come aprire l’ombrello quando piove merda, Il magico potere di sbattersene il cazzo. Liberamente ispirato ai suoi libri ecco le migliori risposte da dare a chi ci fa perdere tempo, energie e buonumore con “richieste non richieste”. A tutti possiamo dire un bel NO. In modo smart, difendendo noi stesse, senza colpevolizzarci.
1-metti in pausa la richiesta con un “Ci devo pensare su”
2-fottiti della colpa e pensa a tutti quelli che dicono no a te
3-se devi dire di no a un invito e proprio ti dispiace dì la verità (non ce la faccio stavolta ma la prossima farò di tutto per esserci. ..)
4-dai la colpa a qualcun altro: marito, figli, il capo, lo sciopero dei mezzi, il taxi che non arriva
5-al lavoro sostituisci “non posso” con “non penso sia possibile ma dammi il tempo di verificare”. Poi sparisci nella nebbia
6-per addolcire il no condiscilo con un complimento
7-utilizza sempre il “Non adesso. Prima mi voglio abituare all’idea”. Soprattutto dal parrucchiere prima che ti rovini con un nuovo colore o taglio
8-usa le emoji in modo buffo. Abbonda in bacetti e faccine tristi
9-resisti alle email trabocchetto (prova gratis) e ai chatbot che ti inseguono ricordandoti che nel carrello ti aspetta un favoloso paio di scarpe che non ti puoi permettere. Rispondi no e chiudi la pagina
10- se la richiesta è anticipata da un “ti dispiace se, mi piacerebbe se” cioè posta in modo carino pensaci. La risposta potrebbe non essere un no
Altrove | Oltre ogni limite



🔗Link: Perfectly Legal- Serie Netflix
Possiamo imparare a superare i nostri limiti. Le istruzioni le trovate in questa serie su Netflix dove Sue Perkins scrittrice, comica e attrice 54enne di Croydon (Londra) sperimenta su di sé le esperienze più folli durante un viaggio in Sud America, tra Colombia, Messico e Brasile. In ognuno di questi Paesi si mette in gioco senza pregiudizi, né paura anche grazie a un tasso alcolico elevato che la aiuta a essere disinibita. Se vogliamo Perfectly Legal è una versione hard delle avventure gourmand di Anthony Bourdain, vissute però da una donna di mezza età che si spinge al limite della legalità, divertendosi un mondo.
Il sondaggio del disagio
Siamo cinquantenni che convivono con tanti malesseri, più o meno cronici, che abbiamo imparato a sopportare anche quando ci concediamo piccoli piaceri talvolta proibiti per la nostra età, almeno secondo i consigli di medici, nutrizionisti, guru. Quali sono quelli che avete imparato ad amministrare meglio? O che ti fanno pensare subito dopo, “l’ho sfangata anche stavolta, tirèmm inànz”.