XEROTONINA 81 | Flip Flop e Spicy Spritz | È proprio così…una 💩 | L’uomo dell’anno è una giovane donna | Brillanti e bannate dal potere: perché le giovani sono in panchina | Mai senza i miei cuscini
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Se volete scrivermi la mail è luisannab@gmail.com. Grazie!
Avviso: se la prossima settimana non mi leggerete, vorrà dire che sarò partita per una vacanza last minute. Vi mancherò, lo so già! Ci riaggiorniamo tra una decina di giorni o giù di lì…🛫
Collage-ne | Flip Floppone e Spicy Spritz
Rieccoci alla rubrica COLLAGE-NE con idee di stile, spunti di lettura e cazzate. Didascalie da leggere da sinistra a destra in senso orario.
1- “La conquista è il nostro destino”. Così scriveva il visconte di Valmont alla marchesa di Merteuil nel famoso romanzo epistolare “Liaisons dangereuses (1782) di Chaderlos de Laclos. Qui sotto trovate un elenco di corrispondenze che vale la pena di leggere per scoprire quante cose belle ci si può dire in una lettera. Un’arte antica che purtroppo si è persa, cancellata dalle icone su WhattsApp. Se volete riprendere il piacere di scrivere a mano usate però la carta da lettere più elegante, come questa vintage di Cartier. Anche solo come vezzo, o per un pensiero a una persona speciale, o qualche appunto memorabile.

Albert Einstein e Mileva Marić – Lettere d'amore - Bollati Boringhieri
Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio – Come il mare io ti parlo. Lettere 1894-1923 - Bompiani
Albert Camus e Maria Casarès - Saremo leggeri. Corrispondenza (1944-1959) - Bompiani
Vittoria Colonna – Carteggio - Edizioni della Scuola Normale Superiore
Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre – Lettere al Castoro e ad altre amiche 1926-1963 - Garzanti
Rainer Maria Rilke e Lou Andreas-Salomé – Da qualche parte nel profondo. Lettere 1897-1926 - Passigli
Una bellissima coppia discorde. Il carteggio tra Cesare Pavese e Bianca Garufi (1945-1950) - Olschki
2- Le flip flop carrozzate. Grazie al plateau imbottito, con questo tipo di infradito guadagnate tre o quattro centimetri, e viaggerete con gli ammortizzatori incorporati. Quelle colorate sono di Havaianas e costano 95 euro, ma le trovate anche da Bershka a 26 euro.
3- Qui sopra lo screenshot di due cicliste cinesi che sono diventate virali sui media perché, per proteggersi dal sole, si sono incollate sulla faccia una foglia di loto. Meglio di niente, visto che la protezione è fondamentale. Attente però, quando acquistate una crema solare, a non farvi trasportare dagli ingredienti emozionali che sono di tendenza ma non fanno una cippa. Qui le info da tenere presente.
4-Le collane dell’estate sono evidenti e con richiami al mondo marino. Nella foto il modello Barbados, poi c’è anche quello Mykonos corredato da conchiglia gigante. Modelli di Julietta.
5- Su TikTok lo chiamano Spicy Aperol Spritz e prevede, oltre ai soliti ingredienti, l’aggiunta finale del peperoncino messicano, piccantissimo, il jalapeño. In realtà pare che il peperoncino verde si sposi bene anche con i vini rosé e i bianchi. Qui scoprite perché piace, e con quale tipo di vino va abbinato.
Serie | È proprio così…una 💩
🔗 Link: “And Just Like That” si rivolge alle trentenni insicure, ma son rimaste solo le mitomani- Linkiesta
In attesa di vedere al cinema i film di Cannes ci si butta sulle piattaforme. Per noia ho guardato la prima puntata della terza stagione di And Just Like That, prosecuzione spompata di Sex and the City. Sarà che i tempi sono cambiati, (la prima stagione della serie è andata in onda quasi 30 anni fa), sarà che io sono cambiata, sarà che la protagonista ha sessanta anni e si ostina a fare serata e a bere superalcolici sui tacchi a stiletto come se fosse la cosa più naturale del mondo (e in più li porta anche in casa al posto delle ciabatte…brava ma non è verosimile). Sarà che il sesso è scomparso, (purtroppo il personaggio più simpatico, Samantha, non c’è più), sarà che anche New York è un po’ appannata, sarà che anche il glamour aspirational del plot non va più di moda. Insomma questa nuova stagione è una cagatona: nessun colpo di scena, nessuna follia, nessuna risata, non c’è traccia alcuna di novità e ironia, solo cliché. Come dice Guia Soncini “Carrie Bradshaw ha sessant’anni, dorme con le ciglia finte…e la sua priorità non è stare comoda.” Inoltre, indossa capetti imbarazzanti. Ok alcune cose sono belle (e lei è magra come un chiodo) ma le stanno proprio di 💩, vedi il cappello della stilista Maryam Keyhani qui sotto abbinato al vestitone). Poi c’è anche chi l’ha trovato bellissimo, ma veramente non si capisce il perché.


Arte | L’uomo dell’anno è una giovane donna
🔗 Link: Rip-Off or Tribute? We Asked Dia About Lorde’s ‘Earth Room’-Themed Video- Artnet.com (in inglese)
Lorde è cresciuta, poi Lorde è tornata, dopo 4 anni. La cantante neozelandese, 28enne, uno degli idoli della Gen Z, ha pubblicato pochi giorni fa il suo secondo singolo, che s’intitola “Man of the year”. La canzone è una profonda esplorazione dell’identità di genere e della trasformazione personale, che deriva da esperienze vissute e da una sua dichiarazione bella tosta: “Sono una donna, tranne nei giorni in cui sono un uomo”. Insomma Lorde vuole avere la libertà di sentirsi quello che è, senza etichette. A colpire è anche il video, che secondo le sue dichiarazioni è un omaggio alla complessità delle opere di Lucio Fontana e a quella di Walter De Maria la famosa “New York Earth Room (1977)”. Il video è girato in una stanza fotocopia di quest’ultima installazione, un loft il cui pavimento è ricoperto di terra. Terra dove lei si rotola per ritrovare se stessa. Quello che non tutti sanno è che l’opera vera che ha quasi 50 anni è ancora ospitata e visitabile gratuitamente a SoHo. Basta recarsi al 141 di Wooster Street, suonare il campanello della fondazione Dia e recarsi al secondo piano per ammirare la Earth Room, che si estende su 340 metri quadrati di superficie calpestabile, ricoperta da uno strato di terra nera alto 56 centimetri.
Gen Z | Brillanti e bannate dal potere: perché le giovani sono ancora in panchina
🔗 Link: How the iPhone Drove Men and Women Apart- New York Times (in inglese)
Può la generazione più istruita della storia stare in panchina? La risposta è sì, purtroppo. Lo ha spiegato molto bene Rachel Ngai, professoressa e ricercatrice della London School of Economics nel suo intervento al Festival dell’economia di Torino.
Ngai ha illustrato con dati impietosi come le giovani donne della Gen Z abbiano superato i loro coetanei maschi nei titoli di studio, nei tassi di laurea, e persino nell’impegno scolastico. Ma tutto questo non si traduce in potere, né economico né sociale. Nonostante siano più preparate che mai, sono ancora ai margini del mondo del lavoro retribuito. A parità di titolo, lavorano meno degli uomini, guadagnano meno, e dedicano molto più tempo a compiti domestici e di cura.
E non è (solo) una questione di scelte personali. È il risultato di strutture sociali, culturali ed economiche che ancora oggi caricano le donne del lavoro invisibile – la famosa home production – mentre gli uomini rimangono maggiormente inseriti nel lavoro di mercato. Le slide mostrano che anche come nei paesi più avanzati, come Giappone e Corea, le donne svolgono fino a 4-5 volte più lavoro domestico degli uomini.
Alcuni dati chiave:
Le donne passano il doppio del tempo in attività non retribuite rispetto agli uomini
Anche tra laureate, il gender pay gap persiste: fino al 25% in meno
Il 95% di chi è fuori dal mercato del lavoro per motivi di cura è donna
Le donne Gen Z, pur essendo spesso più formate, restano escluse dalle carriere STEM
Le sfide maggiori sono: equilibrio lavoro-famiglia, accesso ai servizi di cura, orari flessibili e discriminazione
A rendere tutto più complesso è l’effetto del digitale. Come sottolinea Alice Evans, ricercatrice in scienze sociali al King's College di Londra nell’intervista al New York Times, lo smartphone è diventato il principale concorrente dell’intimità umana. Le nuove tecnologie, lungi dall’avvicinarci, hanno ridotto lo spazio per la costruzione di legami affettivi, lasciando molte giovani sole, disilluse e iperconnesse, ma disconnesse dai rapporti reali. Il desiderio di formare una famiglia, o anche solo di trovare un partner, entra in crisi in un mondo dove tutto è più comodo da uno schermo.
Non sorprende allora che la natalità crolli, mentre la solitudine cresce. In questo scenario, le donne Gen Z sembrano brillare in ogni grafico tranne in quelli che contano per l’autonomia: occupazione, retribuzione, tempo libero.
Sono educate, capaci, eppure... in panchina.
Il problema è complesso e non di facile soluzione. Dovrebbero però far sentire la loro voce, suggerisce Ngai, ribellarsi magari, aggiungo io, ispirandosi alle Guerrilla Girls, un collettivo artistico femminista nato 40 anni fa, che diventò famoso nel 1989 con un manifesto che denunciava le ingiustizie di genere nel mondo dell’arte. Una mostra le celebra ora al National Museum of Women in the Arts a Washington. Ma se le Guerrilla, che indossavano maschere da gorilla per restare anonime, sono finite in un museo, c’è sempre spazio per una nuova generazione di incazzose scimmiette.
Viaggi | In valigia: 23 kili di integratori, cinture lombari e cuscino anatomico!
Nello scorso numero di Xerotonina vi avevo parlato dell’ansia da bagaglio a mano. E siccome qualcuna di voi sta già preparando le valigie (o procrastinando come se fosse un’arte zen), mi tocca tornare sull’argomento. Perché fare la valigia diventa un esercizio esistenziale man mano che passano gli anni. Le domande si moltiplicano: farà freddo o morirò di caldo? E se mi invitano a un aperitivo elegante in cima a una montagna? Devo davvero portarmi sandali e stivali? E poi arriva la vera domanda cruciale:
“Riuscirò a dormire senza i cuscini?”
Risposta breve: no.
Risposta lunga: portatelo, e già che ci siete infilate in valigia melatonina, tisanelle, una scatola di Tavor, pastigliette varie. Fate come le due sciure nei video qui sotto, ciascuna con il suo stile: ma senza la “farmacia portatile” e il cuscino non si parte. Perché riuscire a dormire (bene) in un letto che non è il tuo è già una bella avventura!
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