XEROTONINA 18 | Ad Asolo dalla divina Duse | Dolly Parton, sono ricca perché mi faccio il c*** | La ⭐ di chef Adejoké | Altro che Sanremo, Saigon! | Inghiottiti da Google | Buen ritiro, ma dove?
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Se volete segnalare idee la mail è luisannab@xerotonina.com. Grazie!
Week end | Ad Asolo, inseguendo le tracce della divina Duse
🔗 Link: Duse2024.it - Il sito del centenario
“Amo Asolo perché è bello e tranquillo, paesetto di merletti e poesie perché non è lontano da Venezia che adoro perché vi stanno buoni amici che amo perché si trova fra il Grappa e il Montello… Questo sarà l’asilo per la mia ultima vecchiaia, e qui desidero essere seppellita. Ricordatelo, e se mai, ditelo…“
Così scriveva Eleonora Duse in una lettera all’amico commediografo Marco Praga nel 1919. Nel 1924 quando morì a Pittsburgh, a causa di una polmonite, le sue volontà vennero rispettate. La divina attrice, pioniera della parità di genere e musa di Gabriele d’Annunzio, fu anche la prima donna (e italiana) ad apparire sulla copertina della rivista Time. Ora riposa nel Cimitero di Sant’Anna nel suo amato borgo. Nel centenario della morte sono numerose le iniziative a lei dedicate tra Asolo e Venezia: spettacoli teatrali, mostre, murales, convegni e una nuova sala espositiva al museo civico di Asolo. Tra le attività più suggestive le passeggiate nei luoghi dusiani, una diversa ogni mese. Il 17 marzo ad esempio si terrà la visita guidata ispirata alle eroine di Asolo: l’attrice Duse, la domina Aceli Caterina Cornaro e l’esploratrice Freya Stark.
Tipe top | Dolly Parton: dalle 9 alle 5 mi faccio il c*** ma soprattutto so scegliere il team che lavora per me
🔗 Link: 'I work my butt off': Dolly Parton on how she succeeds in business - Financial Post (in inglese)
Cantautrice, (in questo video il duetto con i Måneskin di “Jolene”) attrice, filantropa e business woman. L’impero di Dolly Parton, 78 anni, va dalla produzione di serie su Netflix, alla gestione di hotel e del parco a tema Dollywood, fino all’ultima impresa: Dolly, una linea di preparati per dolci e muffin, naturalmente Made in Usa. L’agenzia di stampa Bloomberg l’ha intervistata chiedendole il segreto del suo successo, che si estende ben oltre il palcoscenico. La risposta è stata: “I work my butt off” (mi faccio il culo). Dolly ha confessato che sì, lavora ben oltre oltre il classico dalle 9 alle 5, l’orario delle segretarie che è anche il titolo della commedia del 1980 dove ha recitato con Lily Tomlin e Jane Fonda, ma la verità è un altra. La regina del folk si concentra solo su ciò che sa fare meglio, la musica, negli altri business mette a capo professionisti top che sfruttano al meglio il marchio Parton. Lei si limita a incassare i “Mailbox money” (gli introiti procurati dal lavoro di altri). Che dire, molto smart!
Tendenza food | Prima stella Michelin per una chef africana a Londra
🔗 Link: UK’s first black female Michelin-starred chef: ‘We’re at the forefront of west African food’- The Guardian (in inglese)
Tra i 18 ristoranti stellati a Milano ci sono due giapponesi AAlto e Iyo. Non c’è ancora spazio per la cucina africana che invece è stata premiata a Londra, capitale della cucina internazionale, dove il numero dei locali selezionati dalla guida Michelin è a quota 80. La sorpresa dell’ultima edizione inglese, è la consacrazione della prima chef donna di colore Adejoké Bakare che si è aggiudicata una stella con la sua trattoria a Fitzrovia, inaugurata solo nel settembre scorso. Bakare, nigeriana, è fondatrice e capo chef del Chishuru, trattoria specializzata nella cucina moderna dell'Africa occidentale, dove propone piatti come il sinasir (torta di riso fermentato), moi moi (torta di fagioli) ed ekoki (torta di mais) a prezzi molto competitivi: 75 sterline per cena e 40 per pranzo. Il suo stile è stato definito, dagli ispettori Michelin, come gioioso, pieno di vita ed estremamente piacevole. Un indirizzo da provare!
Gen Z | Cinici, alienati e inghiottiti da Google
🔗 Link: A popular economist says there's no separation between work and play anymore because everything Gen Z does is Googleable- Business Insider (in inglese)
La vita della Gen Z è in pasto ai social media, tutto quello che fanno è ricercabile su Google e causa danni immensi: alienazione, apatia, perdita d’identità. Questa la sintesi dell’intervento a Fortune dell’economista ed ex ministro dell’economia greco Yanis Varoufakis il cui ultimo libro è “Tecnofeudalesimo”. Secondo Varoufakis questa generazione è quella più alienata e cinica, poiché non è guidata da un senso di libertà interiore ma da ciò che pensa che Google consideri una persona libera: “Nei giovani non esiste più una separazione netta tra lavoro e divertimento. E questo avvelena davvero il loro modo di relazionarsi… Invecchiano molto, e più velocemente perché vivono in un mondo di social media in cui sono costretti a cercare di trovare un’identità che non è dettata da loro stessi”. Insomma una vita dominata dall’algoritmo, non è più libera. In passato, racconta, si poteva fare l’operaio alla Toyota, o in IBM, indossare l’uniforme e cantare l’inno in fabbrica, e poi a casa propria essere un poeta anarchico, senza che nessuno lo venisse a sapere. Ora questa separazione è sparita ed è stata inglobata dal feed ininterrotto sui social. A tale punto che Ben Voyer, professore della ESCP Business School, suggerisce ai neolaureati di fare tabula rasa di foto, video online quando si avvicina la laurea, in modo che i datori di lavoro non trovino nulla di sgradevole quando li cercano online. Da apocalittici e integrati, a uniformati e tecnofeudatari. 😱
In agenda | Ritratti di donne straordinarie

🔗 Link: Straordinarie.org- il sito della mostra alla Fabbrica del Vapore
Due segnalazioni per chi è a Milano o per chi decide di passare una serata davanti alla tv non mainstream. La prima è una mostra fotografica inaugurata ieri alla Fabbrica del Vapore a Milano dove sono esposti 110 ritratti e voci di donne italiane. Ci sono le foto e il racconto audio di Alessandra Kustermann, primaria della Mangiagalli che ha dato vita al progetto di Soccorso Violenza Sessuale e Domestica, Alessandra Galloni, direttrice dell’agenzia di stampa Reuters, Amalia Ercoli Finzi, prima donna laureata in Ingegneria Aeronautica in Italia e una delle maggiori esperte di ingegneria aerospaziale, Cristina Scocchia ad di Illycaffè. Impossibile nominare tutte le professioniste (manager, scienziate, artiste, politiche di tutte le età) che, con il loro percorso, testimoniano i tanti modi di affermarsi oltre pregiudizi e discriminazioni. L’esposizione è dunque un ottimo modo per conoscerle. E sulla scia di donne straordinarie il docufilm da vedere è “Arrivederci Saigon” su Raiplay. In poco più di un’ora viene raccontata la storia delle “Stars”, uno dei rari gruppi femminili italiani degli anni Sessanta, che nel 1968 si ritrovarono catapultate nel Vietnam del Sud, "arruolate" per esibirsi di fronte alle truppe americane.
Sondaggio | A caccia del buen retiro
Eleonora Duse era affezionata ad Asolo e pensava di ritirarsi lì, a fine carriera. Voi avete già un luogo del cuore, dove rifugiarvi. E qual è?