XEROTONINA 83 | State fresche | Mai una gioia: la sitcom sulla menopausa | Miss Comanchero, regina segreta dell’Italo Disco | I miserabili da tastiera fanno danni veri | Dating over 60 | Tette a razzo
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Se volete scrivermi la mail è luisannab@gmail.com. Grazie!
Collage-ne | State fresche
Rieccoci alla rubrica COLLAGE-NE con idee di stile, spunti di lettura e cazzate adatti a queste temperature bollenti! Didascalie da leggere da sinistra a destra in senso orario.
1- La visiera che protegge dalla luce di Dior a 650 euro. Solo se andate a Montecarlo su uno yacht.
2- Il bikini fatto di caramelle della moglie di Kanye West Bianca Censori da abbinare alle scarpe argento con tacco. Solo a New York. E comunque se avete caldo sappiate che non potete girare nude nemmeno a casa vostra in Italia. Lo dice la legge!
3- Un bel sorso di champagne per stare idratate al tramonto. Anche in città. Lo spritz va bene comunque, gli spiritosi lo chiamano, summer water.
4- La guaina Guam che riduce l’effetto tendina delle braccia e rinfresca. Ha un’azione fredda e rassodante. Anche in ufficio sotto la camicetta. Brividini smart! 🥶
Tipe top | Miss Comanchero, la vera regina dell’Italo Disco, il resto è meme sui social
🔗 Link: Chi sono i Mind Enterprises, il duo italo disco diventato virale grazie a un video davvero molto italo disco- Rivista Studio
Mentre sui social impazza il duo dei simpatici cazzoni “Mind Enterprises” e c’è un revival della musica Italia Disco, non tutte sanno che la vera regina del genere è Simona Zanini affiancata ad Aldo Martinelli. La cantante 63enne è stata per 30 anni la voce sconosciuta di alcune delle hit più ballate e ascoltate negli anni Ottanta come Comanchero. In pochi la conoscono perchè stava dietro le quinte, scriveva le canzoni e registrava in studio, a esibirsi in tv erano dei mimi, come racconta in questa intervista alla Rai. Ripescata dopo anni di oblio dai social la sua storia ha anche un lieto fine💓. Video da vedere.
Serie | Mai una gioia: la sitcom canadese sulla menopausa
🔗 Link: Can Menopause Be Funny?- New York Times (in inglese)
Si chiama “Small achievable goals” (piccoli traguardi raggiungibili) la serie canadese che ha come protagoniste due donne rappresentanti della GenX. La prima serie in otto puntate racconta la storia di Kris e Julie, due tipe cinquantenni molto diverse tra loro, che intraprendono un imprevedibile viaggio di trasformazione mentre affrontano la menopausa, la mezza età e la creazione di un podcast insieme. La commedia agrodolce, scritta e prodotta dalle attrici Meredith MacNeill, 50 anni, e Jennifer Whalen, 55 anni, è stata trasmessa dalla Canadian Broadcasting Corporation, la Rai canadese (purtroppo non è visibile online dall’Italia). È una sitcom che mette a dura prova il goccino di pipì che scappa quando si ride troppo a una certa età, afferma ironica Jennifer Whalen. E pensare che sembrava un sogno impossibile da realizzare: “Ci siamo molto documentate e a un certo punto abbiamo pensato che era molto arduo trasformare una tragedia in una commedia. Invecchiare è brutto e la menopausa tira colpi veramente bassi. Poi però abbiamo trovato una chiave. La cosa migliore che abbia mai letto sul tema diceva che, alla fine di questa fase, si torna a essere la strana bambina di 10 anni che eri prima che gli ormoni facessero effetto. E io ho pensato: “Oh, sarebbe fantastico”. Preparati, ragazza. Perché a quell’età, non facevo altro che indossare il costume da bagno 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con l’asciugamano come mantello”. Bisogna semplicemente arrivarci, e superare la “pausa”, a piccoli passi.
Misoginia senza freni | Donne al comando contro i miserabili da tastiera
🔗 Link: Women business leaders face surge in online abuse- Financial Times (in inglese)
Leoni è troppo lusinghiero. Li definerei miserabili. Sono tanti, pericolosi e aumentano di giorno in giorno, questi omuncoli che prendono di mira le donne di potere (e non solo), e le travolgono di insulti online. E’ un vero abuso e un fenomeno preoccupante. Secondo un report ONU del 2024 il 67% delle donne e ragazze ha subito forme di violenza online, come disinformazione e diffamazione.
Ne parla in questo articolo il Financial Times, raccogliendo varie testimonianze di imprenditrici che sono state oggetto di commenti sull’aspetto fisico, insulti misogini, minacce, dopo aver pubblicato online foto e commenti inerenti alla loro professione sui social media. “Se sei in vista, sei carne da macello. Ti considerano di loro proprietà” racconta Rachel Watkyn, fondatrice della Tiny Box Company, la più grande azienda britannica di confezioni regalo online. Ma il problema non riguarda solo lei, è sistemico.
Lisa Sugiura, che studia il crimine digitale e di genere alla Portsmouth University, lo dice chiaramente: “la tecnologia oggi non solo non aiuta, ma amplifica il sessismo. Alimenta questa fogna che chiamano manosphere, popolata da influencer e podcaster che attaccano il femminismo e legittimano gli uomini a riversare la loro frustrazione sulle donne che osano avere una carriera e una voce. L’obiettivo? Umiliare, provocare e portare al silenzio”. A complicare il tutto sono le maglie della moderazione che sono state allargate sulle piattaforme da Mr. Musk e Mr. Zuckerberg e l’AI generativa che viene usata per creare video o foto falsificate pornografici o compromettenti, o contenuti manipolati che discreditano le donne pubblicamente. Uno studio dell’Università di Oxford citato nell’articolo mostra che il 96% dei deepfake pornografici online prende di mira donne identificabili — non solo celebrità, ma anche donne comuni con una certa visibilità online.
Ci sono soluzioni? Usare tutte le forme di restrizione possibile e non dare loro soddisfazione. Ma non basta. La deriva si chiama DOXING, cioè la pratica adottata da alcuni uomini di merda di pubblicare i dati privati delle donne bersaglio: indirizzo di casa, numeri di telefono, foto personali, dati bancari, nomi di familiari. Lo scopo? Ancora intimidire, fare paura, costringere al silenzio. Anche se in molti Paesi è illegale, il danno più subdolo, quello psicologico, si fa sentire. Heidi Tworek, docente di storia e politiche pubbliche alla University of British Columbia, avverte che molte donne cominciano a rifiutare promozioni e incarichi pubblici solo per paura di finire sotto questo assedio online. Non è solo quello che ti succede oggi, è il timore costante di quello che potrebbe accadere. Ecco perché, come sottolinea Timothy Caulfield, professore di diritto alla University of Alberta, la strategia deve essere opposta. Invece di isolarci, dobbiamo costruire reti forti, comunità coese, spazi di sostegno reciproco. Queste bestie vogliono dividerci. Noi dobbiamo serrare i ranghi.
Tipe top | Mr. Big è un eufemismo. Il boomer dating raccontato dall’autrice di “Sex and the city”
🔗 Link: Sex After 60 in Sag Harbor. The boomer dating scene in the Hamptons (and in Manhattan) is bleak. Fortunately, I’ve never cared less.- New York Magazine
L’articolo originale lo potete scaricare e leggere qui sopra. Qui vi offro una sintesi di quello che, secondo Candace Bushnell — 66 anni portati con classe, tra punturine, Pilates, sano disincanto e chissà cos’altro (tutte cose buone comunque)— è il dating dopo i 60. Sì, proprio lei: l’autrice di Sex and the City, che ci ha regalato Carrie, Mr. Big ed i Cosmopolitan. E ora, da single navigata negli Hamptons, ci racconta com’è la vita sentimentale quando, in camera da letto, si preferiscono le luci spente o soffuse.
Com’è l’incontro galante a questa età? Citando Candace:
“Dopo i 60, gli uomini hanno meno testosterone ma le stesse pretese di quando si credevano stalloni.”
L’ambiente certo non aiuta: ricconi attempati, Ferrari lucide con cavallini sì loro rampanti, case con vista oceano, ed infine un ego gonfiato a botox e nostalgia. Ma dietro le apparenze c’è il solito copione: cene costosissime seguite da un invito scontato a “vedere la collezione di vini”. E quando il Viagra non fa miracoli? Ci pensa l’arroganza a completare il disastro.
“Non funziona più niente… ma pretendono che tu funzioni benissimo.”
Candace non è sola. Le sue amiche — donne forti, brillanti, indipendenti — hanno tutte provato a “dare una chance” al romanticismo tardivo. E ne sono uscite con la stessa diagnosi: meglio il sushi, il silenzio e il proprio cane fedele. Almeno lui non russa. E non ti chiede la password del Wi-Fi dopo tre bicchieri di Chardonnay.
In fondo, aggiune Candace,
“Abbiamo case nostre, soldi nostri, vite piene. La vera libertà è poter scegliere se vale la pena perdere tempo con qualcuno… o goderselo da sole.”
E dopo i 60, questa non è una rinuncia. È un superpotere. In tutti i sensi.
Lingerie | Il ritorno delle tette a razzo e la battaglia per la libertà
🔗 Link: Il reggiseno adesso va mostrato- Nssmag.com
Ve li ricordate quando gli anni Ottanta in TV spopolavano i robot giapponesi di Mazinga e Goldrake, assistiti da donzelle robotiche dotate di petto sparamissili? Il ruolo delle varie Venus, Afrodite e Minerva era quello di comprimarie: l’eroe maschio vinceva tutte le battaglie e le nostre molto spesso finivano a pezzi. Vederle apparire in tv era comunque forte.
Sembra che sia altrettanto potente indossare il nuovo reggiseno a punta (in inglese bullet bra) che Miu Miu ha rispolverato. La prime star ad esibirlo, negli anni Cinquanta, sono state Lana Turner, Janet Leigh e Marilyn Monroe, e tante altre che lo mettevano anche fuori dal set. L’effetto carrozzato piaceva all’epoca. Dopo una pausa è rispuntato con Madonna, che nei tour indossava i corpetti iconici di Jean Paul Gautier sagomati. Ora pare tornato alla ribalta, con la cantante Dua Lipa ritratta con il reggiseno a punta di Miuccia sull’ultimo numero di Vogue UK. È uno dei tanti ripescaggi della moda. Io non ho visto una sola persona “normale” indossarlo, ma la fashion editor della rivista Julia Hobbs l’ha definito un capo di grande impatto “sociale”, quindi portatore di empowerment femminile, e anche comodo, sia che lo si porti sopra o sotto i vestiti. Io sono per la libertà assoluta e quindi mettetevi quello che volete, anche niente.
Nel frattempo mi fa profondamente arrabbiare la nuova policy di un’università africana che impone di esaminare fisicamente il corpo delle studentesse per determinare se indossano o meno un reggiseno prima di sostenere un esame. Una pratica abominevole.

Abbonati gratis alle nostre newsletter settimanali: Finambolic, Xerotonina, AIgeist
Grazie per aver letto Xerotonina! Iscriviti gratis per ricevere nuovi post e iniziative