XEROTONINA 78 | Il segreto è lasciare andare | Donne sempre più ricche, ma poco capite | Col curriculum sulla maglia | Risorsa taping | Imparare al bar, ci sta | Con stile dalle 5 alle 7
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Se volete scrivermi la mail è luisannab@gmail.com. Grazie!
Collage-ne | Dalle 5 alle 7
Rieccoci alla rubrica COLLAGE-NE con idee di stile ispirate al film culto della regista Agnès Varda “Cleo dalle 5 alle 7” (online gratis su RaiPlay) che narra le vicende della vita di una donna nel 1962. In due ore di un pomeriggio la protagonista va a zonzo a Parigi, fa shopping di cappelli, incontra amiche, l’amante, si veste, si sveste, si riveste, fa ginnastica, parla con uno sconosciuto, aspettando un verdetto. Un mini-documentario libero sulla femminilità, con un finale aperto.
Dida da leggere da sinistra a destra in senso orario.
1- Il vestito a pois che si ispira a uno indossato da Cleo nel film. Questo elegantissimo è di Jacquemus. Qui altri più abbordabili
2- Gli occhiali da sole bianchi dal design francese Jacques Durand
3- La borsa le 5 à 7 Bea in pelle di cavallino di Yves Saint Laurent, il cui nome deriva proprio dal film Cléo dalle 5 alle 7, uno dei preferiti dello stilista Anthony Vaccarello
4- Il letto di Mademoiselle Chanel nella villa sulla costa Azzurra La Pausa ,recentemente restaurata, che ricorda quello che si vede nel film
5- L’attrice Corinne Marchand, ora 93enne, nella scena nel negozio di cappelli. Se volete un indirizzo superclassico il posto a Milano è la Cappelleria Cabella, attiva dal 1924!
Tipe top | Alia che appende le scarpe al chiodo aiutando il prossimo
🔗 Link: Una maglia che parla: Guagni trasformano l'addio al calcio in un messaggio sulla vita delle atlete dopo la carriera sportiva - Comowomen.it
Ne ha parlato anche il giornale inglese Guardian dell’addio al calcio di Alia Guagni, 37 anni, difensore della squadra femminile di Como. Guagni, con un passato glorioso tra Fiorentina e Nazionale e un passaggio all’Atletico Madrid, nell’ultima partita ha esibito una maglia con il suo curriculum stampato. Lo ha fatto per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’incertezza che spesso le sportive affrontano quando cercano un lavoro una volta terminata la carriera. Un modo originale per appendere le scarpe al chiodo aiutando il prossimo. Anche se lei, il suo futuro lo ha già programmato (un anno e mezzo fa ha deciso di congelare gli ovuli e vuole diventare mamma quanto prima) ma … mai dire mai: “Non sono mai stata una che cerca i riflettori. Ma ci sono momenti in cui parlare è l’unica cosa giusta da fare, soprattutto se può aiutare chi verrà dopo di noi. Io ho avuto la fortuna di avere un piano, ma prepararsi al futuro mentre si gioca ad alti livelli non è mai semplice. Una carriera in campo ha una fine naturale. Far sì che ci sia un inizio dopo quella fine dovrebbe far parte del percorso. Perché non aiutare già oggi le campionesse di domani a costruire il loro futuro?”
Guru | Lasciamoli fare, lasciamo andare. In poche parole…
🔗 Link: «Let them theory» peut-elle vraiment changer nos vies ? Cette tendance bien-être qui cartonne sur TikTok- Lefigaro.fr (in francese)
La pregevole tazza che vedete qui sopra si trova nei bazar cinesi a poco prezzo - e a casa mia. La scritta è diretta ma incisiva e rappresenta una filosofia di vita che, grazie alla guru del self help Mel Robbins, autrice e conduttrice di podcast (conta 20 milioni di follower nei social), è diventata virale in poco tempo. La sua teoria, espressa nel best seller “The let them theory” (che uscirà nelle librerie italiane il 20 maggio) è questa: lasciare che gli altri agiscano secondo il loro volere, senza interferire. Se sei stanca di sentirti sempre un passo indietro rispetto ai tuoi obiettivi e infelice, tranquilla: non sei tu, sono gli altri. L’errore che spesso facciamo è infatti quello di dare troppo potere a chi ci circonda e questo libro ci dice che possiamo mollare la presa: smettendo di cercare l’approvazione di chi non ci vuole o capisce, di risolvere drammi altrui come se fossimo tutte Lucy nel chiosco psichiatrico aperto h24. La filosofia del “lasciare andare” è come la Marie Kondo della salute mentale. Se la giapponese nel suo celebre saggio “La magia del riordino” ci consigliava di svuotare l’armadio, eliminare il superfluo la stessa azione andrebbe fatta con le persone o le situazioni che non riusciamo a controllare ( e noi donne abbiamo la mania del controllo!!!). Insomma un bel “cazzo mene” e via.

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Soldi | Altro che economia domestica: il nostro tesoretto vale trilioni
🔗 Link: The new face of wealth: The rise of the female investor- Mckinsey.com (in inglese)

Nel mondo le donne stanno diventando protagoniste silenziose ma potenti del cambiamento economico. Lo afferma questo report di McKinsey secondo il quale oggi controllano il 38% della ricchezza finanziaria del continente -pari a 6.6 trilioni di euro- ma questa quota è destinata a salire al 47% entro il 2030, raggiungendo un valore di oltre 11 trilioni. È un cambiamento profondo, guidato da trasformazioni sociali e culturali: più autonomia economica, aspettative di vita più lunghe, maggiore istruzione e carriere più solide. Eppure, più della metà di questa ricchezza femminile non è gestita da alcun consulente. Non perché manchino le competenze: tra il 2018 e il 2023, la percentuale di donne europee che si sente sicura nelle decisioni finanziarie è passata dal 45% al 67%. Il punto è che l’industria della finanza parla ancora poco alle donne, o lo fa nel modo sbagliato. Sebbene le più giovani in Europa si sentano abbastanza o totalmente a loro agio nel prendere decisioni finanziarie (la fiducia è cresciuta dal 45% nel 2018 al 67% nel 2023 soprattutto tra le millennial), il 30% delle donne si dichiara ancora insoddisfatta della consulenza. Le donne, soprattutto quelle over 50, cercano altro: un approccio più umano, relazioni durature con il consulente e uno sguardo su investimenti a lungo termine e con cautela (il 45% delle donne europee è stato definito avverso al rischio). Non si tratta solo di investire, ma di costruire fiducia, capire i bisogni reali, accompagnare nei momenti cruciali come la pensione, la salute o la trasmissione del patrimonio magari con una professionista. Peccato però che nonostante i progressi nella parità di genere, le donne continuano a rappresentare solo il 23% del pool di consulenti negli Stati Uniti e circa il 18-20% in Europa. Nel nostro continente, i tre principali motivi di insoddisfazione delle donne nei confronti del loro attuale fornitore di consigli finanziari riguardano il servizio clienti, il rapporto qualità-prezzo e l’indipendenza della consulenza. Il futuro della ricchezza è dunque sempre più femminile. La domanda è: chi sarà capace di ascoltarla davvero?
Fastidi | Ctrl+Z alle rughe: il culto dei cerotti magici
🔗 Link: Kinesio taping e face taping: i cerotti antirughe per il viso sono l’ultimo accessorio moda- Repubblica.it
Invece che donne, sembriamo sistemiste della pelle: sempre a caccia del bug (baco) dell’età, pronte a piazzare patch (cerotti) su ogni zona critica. Uno degli ultimi trend? Il face o kinesio taping: strisce adesive che promettono di stirare rughe e riscrivere i contorni dell’ovale, almeno per il tempo di una serata. Non fermano il tempo, ma sanno illuderlo per qualche ora (come fa vedere il video virale della sciura che si cancella le pieghe dal collo con il cerottino nascosto). Poi ho scoperto che esistono i patch fototerapici, fitoterapici, ma non ancora quelli esistenziali. Altro che beauty routine, qui siamo al copia incolla!
PS: io uso solo quelli per i dolori articolari (scaldano o raffreddano a seconda del dolore) li trovate al super e danno sì un piccolo sollievo. Temporaneo. L’unica magia è quella che fa la Sora AI ⬇️
Altri mondi | Ci vediamo a lezione al bar?
🔗 Link: How Beijing’s “Academic Bars” Are Helping to Democratize Knowledge- Theworldofchinese.com (in inglese)
L’altro giorno un’amica, vicina alla pensione, mi confidava la paura del vuoto che sente all’avvicinarsi del giorno del suo addio alla scrivania. “E ora cosa faccio?” mi ha chiesto. Ho pensato a lei leggendo con piacere questo articolo che racconta una nuova forma di condivisione del sapere che sta spopolando a Pechino: si chiamano academic bar (bar accademici) e sono locali dove, tra un drink e una risata, si ascoltano lezioni di medicina tradizionale, intelligenza artificiale o arte cinese, tenute da dottorande, insegnanti o esperti appassionati. È una piccola rivoluzione culturale nata dal basso: accessibile, informale, eppure nutrita da autentico desiderio di conoscenza. Una domenica sera, in un bar del circuito, una ricercatrice di medicina cinese interrompe la sua lezione per mangiare un cracker: il pubblico applaude e intanto si beve una birretta. In questi incontri serali la competenza si mescola all’umanità, la cultura esce dall’università e torna a essere viva e popolare. E se iniziative simili arrivassero anche da noi? In un’Italia che invecchia ma non smette di avere sete di stimoli, i bar accademici potrebbero diventare spazi di rinascita anche per chi pensa di aver già dato. Perché la curiosità non ha età, e magari, dopo i 50, è ancora più libera.
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