XEROTONINA 29 | Gender gap, la lotta di Geerte 🚺 | Donne che non programmano più | Il mocktail della buonanotte | Un sabato nero, il docufilm | I migliori "burrini" low cost
Benvenute nel club di Xerotonina: rassegna di notizie selezionate per la Generazione X. In xx link vi parlo di finanza personale, benessere, viaggi, vita pratica. Più digressioni varie.
La scrittura e la scelta degli argomenti sono opera mia. Non ci sono inserzioni pubblicitarie. Se volete segnalare idee la mail è luisannab@xerotonina.com. Grazie!
Tipe top | Geerte vince la battaglia del sessismo delle toilette ad Amsterdam 🚺

🔗 Link: Amsterdam, le donne vincono la battaglia per i nuovi bagni pubblici inclusivi- Ilmessaggero.it
Dopo nove anni di battaglie legali e proteste Geerte Piening, attivista trentenne, ha ottenuto la sua meritata vittoria: Amsterdam investirà 4 milioni di euro per costruire nuovi bagni pubblici per le donne e i disabili. Tutto inizia nel 2015 quando Geerte, studentessa 21enne, venne multata di notte dai poliziotti mentre faceva pipì accovacciata tra le auto in centro, protetta dai suoi amici. Non pagò l’ammenda e dopo due anni si presentò alla corte spiegando le sue ragioni: era stata costretta a scegliere quell'opzione poiché i locali erano chiusi ed erano disponibili solo orinatoi maschili (molto diffusi nella città dei canali). Il giudice, un uomo, le fece uno sconto sulla sanzione da 140 euro a 90 per le lungaggini burocratiche e non perché accolse il suo punto di vista: disse che poteva arrangiarsi in quelli per uomini. In un videoblog racconterà l’intera vicenda umana e giudiziaria e da allora, supportata da un movimento di cittadine e cittadini, Geerte ha continuato la lotta per cambiare lo status quo, abbattere il muro della discriminazione, e ottenere servizi igienici adatti a tutti. È diventata anche portavoce di altre cause come quella della salvaguardia del diritto all’aborto o della distribuzione di assorbenti nei luoghi pubblici, accolta dalle università della città. Nei campus della UVA, appena due settimane fa, sono stati introdotti distributori automatici e gratuiti di tamponi.
Femtech | Donne che non programmano più
🔗 Link: Closure Of Women Who Code Sparks Fears Of Stalled Progress On Diversity- Forbes.com (in inglese)
Gli Stati Uniti non sono un eldorado per l’occupazione femminile esattamente come la vecchia Europa. Secondo la ricerca di Deloitte Women in AI nonostante le donne rappresentino circa il 47% della forza lavoro negli Stati Uniti, solo il 26% occupa posizioni nel campo del data science e AI. Peccato che il 73% di quelle che entrano nel magico circolo del mondo tech dopo appena 8 anni lascino il lavoro, per mancati riconoscimenti e compensi ingiusti. È quindi un brutto segnale quello che arriva sempre dagli States e che riguarda il fallimento di Women Who Code (WWC). L’associazione no profit, nata nel 2011 che in questi anni ha costruito una comunità di oltre 360.000 esperti che hanno contribuito a inserire nel mercato del lavoro almeno 14mila donne in 145 paesi, organizzando corsi ed eventi e distribuendo borse di studio, il 18 aprile ha interrotto le attività per mancanza di fondi. Ma, come hanno scritto le WWC sul messaggio di commiato sul sito, non smettiamo di crederci e andiamo avanti.
Violenza sulle donne | Le urla di un sabato nero, e poi il silenzio

Link: Screamsbeforesilence.com ( in inglese)
Dura poco meno di un’ora il docufilm “Screams before silence” voluto fortemente dall’imprenditrice americana Sheryl Sandberg, (ex COO di Meta e fondatrice di LeanIn.org organizzazione no profit che aiuta le donne a entrare e cambiare il mondo del lavoro) dove lei stessa intervista testimoni oculari, ostaggi liberati, primi soccorritori, esperti medici e forensi e sopravvissute ai massacri di Hamas del 7 ottobre 2023. "Urla prima del silenzio" include anche le testimonianze di 4 donne che hanno subito abusi sessuali scampate alla strage del Nova Music Festival e nei vari kibbutz limitrofi alla Striscia (molte sono morte subendo anche mutilazioni ai genitali). Un documentario terribile, disponibile anche su YouTube, che andrebbe visto perché, come afferma Sandberg “Comunque la si pensi lo stupro va sempre condannato non solo come crimine di guerra, ma come crimine contro l'umanità. Quindi in questo momento - a prescindere da ciò che crediamo - dobbiamo condannare l’inaccettabile e non chiudere gli occhi, perché se arretriamo sullo stupro, le donne di tutto il mondo perdono".
Gen Z | Il mocktail della buonanotte
Link: Gen Z is Obsessed With Sleep - Skift.com ( in inglese)
Dal mocktail della buonanotte (vedi #sweetdredamocktail fatto con succo di ciliegia e magnesio) ai riti propiziatori per un buon sonno. La gen Z ha un’ossessione per le sane e lunghe dormite e il settore dell’ospitalità si sta adeguando. A settembre la compagnia aerea New Zealand offrirà cuccette in aereo nella classe economica dove si potrà dormire per 4 ore pagando un piccolo supplemento. Nel frattempo sono spuntate guide agli hotel dove si dorme meglio e naturalmente la bevanda che fa cadere le palpebre. A inventarla una ventenne canadese @Bevvgirl che ha costruito sulla sua passione, e una comunità di oltre 200mila follower, il proprio business ovvero Drinkdeally. L’azienda produce un beverone funzionale in lattina a base di lavanda, camomilla, agrumi, magnesio e L-teanina che garantisce sonni profondi e senza interruzioni.
Beauty | E balsamo sia. I migliori burrini low cost
🔗 Link: Balsamo per le labbra: il migliore? Quello che costa meno - Ilsalvagente.it
Nella borsa delle signore della gen X non manca mai il burro cacao. Ultimamente è diventata una mania: oltre a rendere morbide e idratate le labbra il balsamo trasparente è stato utilizzato anche per nascondere le occhiaie (vedi #labellohack su TikTok). Da quando è stato inventato nel 1909 dal farmacista tedesco Oscar Troplowitz il primo burrino Labello - deriva dalle parole Latine “labium” (labbra) e “bellus” (bello) - ha allargato la sua gamma: ora ci sono quelli vegani, con acido ialuronico, con l’aloe, ad alta protezione solare, al gusto frutta e anche quello fatto apposta per lui, visto che ormai è sdoganato tra i giovani maschi. Se Labello è stato il primo ora non c’è che l’imbarazzo della scelta, anche al supermercato. Un magazine dei consumatori della Svizzera italiana ha appena pubblicato una classifica con i migliori analizzando l’assenza di oli minerali e alcol (molti contengono derivati del petrolio o idrocarburi sintetici), la presenza di allergeni, il numero degli ingredienti e prezzo. Come spesso accade il più conveniente, il CIEN Caring Lip Balm di Lidl, è anche quello che ha superato meglio il test. Se poi volete il top di gamma del baume à lèvres griffato in profumeria l’offerta è illimitata: con prezzi che vanno dagli 80 euro per La Mer ai 48 di Prada. Ne vale la pena?
Sondaggio | Il trucco c’è e …
